L’ESTATE D’ORO DELL’ITALIA Le immagini che ci hanno fatto tremare, sognare, esultare, emozionare

Erano anni, forse addirittura decenni, che anche il più aggiornato ed appassionato tifoso non ricordava un’estate così ricca di successi, talmente ricca che, per molte  ragioni, rimarrà un indelebile ricordo nella nostra memoria.

Ma andiamo con ordine.

Quando l’11 giugno scorso debuttammo agli Europei di calcio contro la modesta Turchia, solo in pochi credevano che quella partita fosse il preludio all’ inarrestabile cavalcata che ci ha condotto fino alla finale di Wembley, conquistata, tra l’emozione e lo stupore generale, al cospetto della ben più blasonata Inghilterra. La squadra dell’Italia di cui stiamo parlando, reduce da 15 anni avari di successi, non è  certo la  piu’ forte della competizione né la migliore della sua ultracentenaria storia; un trionfo, dunque, frutto di una nuova generazione giovane e affamata di vittorie che, grazie all’umiltà e alla coesione del gruppo, è riuscita a dare origine ad una corazzata invincibile anche per Nazionali che sulla carta si presentavano favorite.

Trascorrono 20 giorni di tranquillità prima che il nostro cuore torni a battere più  veloce di uno sprinter.  Il centometrista in questione risponde al nome di Marcell Jacobs: un atleta, ad inizio carriera, specialista del salto in lungo, sconosciuto ad un grande pubblico abituato a nomi come Bolt, Johnson, Owen e Lewis, che Marcell, quell’indimenticabile 1° agosto, raggiungerà nell’Olimpo dei più grandi. 

Jacobs, però, quel giorno non sarà il solo azzurro a festeggiare: accanto alla sua gioiosa espressione ( “mi sento l’uomo più felice del mondo”), ci sarà spazio per la contagiosa emozione di un incredulo Gianmarco Tamberi, vincitore di uno storico oro nel salto in alto e di uno storico oro condiviso con il qatariota Barshim: il nostro atleta sarà poi protagonista di un’esultanza liberatoria, sfrenata, con cui si lascia definitivamente alle spalle  gli infortuni i quali, in passato, ne hanno notevolmente frenato la promettente  carriera.

Tamberi e Barshim hanno conquistato entrambi la medaglia d’oro nel salto in alto

Passano 5 giorni e l’atletica leggera ci regala un’altra, indimenticabile, soddisfazione: la vittoria nella staffetta 4×100 m, che segna anche, con l’ottimo 37”50, il nostro record nazionale: con un’accorta strategia di squadra, il quartetto Patta (giovanissimo atleta di cui la FIDAL si accorse assistendo ai Giochi Studenteschi), Jacobs, Desalu e Tortu, il campione ritrovato, conquista uno straordinario primo posto, seguiti dagli eterni secondi inglesi ( “Not Italy again!).

Da outsider a vincitori il processo è breve: lo sa bene l’Italia, che, anche nel ciclismo, riesce a piazzare un importante oro nell’inseguimento a squadre. In un inedito finale al cardiopalma, emerge dirompente il nostro Filippo Ganna, trascinatore dei compagni in un memorabile inseguimento di quattro minuti che porterà gli azzurri a beffare i favoriti danesi. Per Filippo Ganna, campione in carica per il secondo anno di fila nella cronometro su pista, imprese del genere sono ormai all’ordine del giorno.

Caratteristica importante che ogni vincente dovrebbe possedere è la capacità di rialzarsi più forti dopo una cocente delusione: un precetto importante che le pallavoliste azzurre hanno applicato alla perfezione. Concluse le deludenti Olimpiadi al quinto posto, le nostre atlete hanno trasformato il loro rammarico e la voglia di riscatto in energia positiva, grazie alla quale hanno sconfitto nella finale del Campionato Europeo una Serbia che mai avevamo sconfitto nella nostra storia.

Se le pallavoliste azzurre sono ormai delle atlete esperte e da anni nel giro della nostra Nazionale, di certo non si può dire che il trionfo della pallavolo maschile fosse altrettanto atteso: il merito, infatti, è di una generazione giovane, grintosa e vogliosa di successi  che, con accorte strategie tattiche ed un gruppo coeso, è riuscita a conquistare la medaglia d’oro e il settimo Europeo (settimo titolo nella storia, l’ultimo risale al 2005). Un trionfo che, per modalità in cui è avvenuto e giocatori protagonisti, ricorda molto la coppa sollevata a Wembley quell’indimenticabile 11 luglio 2021.

Ultime da un punto di vista cronologico ma non certo per importanza il podio interamente azzurro della finalissima dei 100m piani nelle Paralimpiadi di Tokyo(categoria T63, atleti con protesi a un arto): Barbara Sabatini (con tanto di nuovo record mondiale), Martina Caironi e Monica Contrafatto, tre atlete dai passati tanto diversi quanto particolari,  ci regalano un’indimenticabile ed emozionante immagine, sedute sulla pista di atletica e avvolte nel tricolore che hanno, ancora una volta, magistralmente rappresentato, vincendo Oro, Argento e Bronzo.

GRAZIE    A   TUTTI     I    NOSTRI    ATLETI    ITALIANI 

PER    AVERCI    FATTO    EMOZIONARE

Eros 4B Linguistico

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