GLI ANNI DI PIOMBO

Venerdì 20 gennaio, durante la settimana dei recuperi, è stata tenuta dal professore Antelli, una conferenza sugli anni di piombo. Questi anni vennero descritti come anni di terrorismo e di estrema violenza. Importante è la fase cosiddetta di “stragismo”, che va dal 1969 al 1974. Questo periodo inizia con la strage di piazza Fontana, causata dall’esplosione di una bomba, che darà il via a molti altri attentati, che vennero eseguiti dall’estrema destra.  

Durante la conferenza è stato molto interessante l’analisi di alcuni casi tra i più eclatanti di questo periodo, ad esempio, quello di Nico Azzi. Egli cercò di compiere un attentato sul treno Torino-Genova, girando con in tasca il quotidiano “lotta continua”, giornale di estrema sinistra, pur essendo Nico Azzi di destra. Si può notare dunque come si volesse dare la colpa agli anarchici di estrema sinistra, e ottenere così dall’opinione pubblica una richiesta di stabilità e ordine. In questo modo gli attentatori volevano destabilizzare l’ordine pubblico per stabilizzare l’ordine politico. 

Importante fu anche il caso della morte di Giuseppe Pinelli, avvenuta il 15 dicembre del 1969. Egli era un anarchico, e precipitò dal quinto piano della questura di Milano. Secondo la versione iniziale parve trattarsi di suicidio, poiché si dichiarò falsamente che prima di lanciarsi avesse urlato “è finita l’anarchia.” In seguito, si affermò che l’anarchico si sia avvicinato alla finestra e per un malore sia caduto.

Da quel momento in poi Luigi Calabresi, commissario addetto alla squadra politica della questura di Milano, venne ritenuto responsabile della morte di Pinelli, e tutto ciò portò al suo omicidio il 17 Marzo 1972, causato da un gruppo di estrema sinistra. 

Questo è l’inizio degli anni di piombo, un terrorismo opposto, di estrema sinistra, composto da gruppi responsabili di un centinaio di vittime, la prima delle quali proprio Calabresi. Tra queste vittime ci furono anche gli stessi operai, sebbene la sinistra si muovesse proprio per la classe operaia. Di questo è manifestazione l’episodio dell’assassinio di Guido Rossa, un operaio di Genova, che venne ucciso perché denunciò un suo collega che aveva lasciato negli armadietti i volantini delle brigate rosse. 

I terroristi, dunque, volevano fare la rivoluzione, e l’ostacolo principale erano spesso i riformisti, persone che rappresentano la parte onesta dello stato, e che facevano funzionare bene le istituzioni. L’estrema sinistra infatti voleva togliere la maschera del governo e farlo vedere per quello reazionario che secondo loro era, in modo poi da portare la classe operaia alla rivolta.

Dunque, in questa conferenza, attraverso vari esempi di episodi importanti, sono state ben delineate le caratteristiche di questo periodo così oscuro e colmo di violenza, della storia italiana

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