
Una studentessa del Giordano Bruno, Maria Campanella della classe IV A di Melzo, è stata premiata il 14 marzo scorso in occasione del primo Premio Letterario di AiCS Cultura da titolo “Raccontare lo sport“, con il racconto “Tu tump, tu tump, tu tump”
AiCS è un’associazione senza scopo di lucro che “si occupa di solidarietà, di cultura, di politiche sociali, di turismo sociale, di ambiente” per ribadire il ruolo che “lo sport per tutti e la cultura hanno nei percorsi di cittadinanza attiva e di riorganizzazione dei nuovi sistemi di welfare”.
“Seguendo i principi ispiratori del Libro Bianco dell’Unione Europea, AiCS rivolge una particolare attenzione verso il diritto di tutti allo sport come strumento per il benessere psico-fisico, per la formazione della persona, per l’inclusione e le pari opportunità, per la tutela della salute, per la lotta al razzismo a ogni forma di violenza e discriminazione – anche di genere e di orientamento sessuale – e per promuovere lo sviluppo sostenibile”.
Nella visione della associazione infatti “lo sport oltre ad essere uno strumento importante per favorire il miglioramento della qualità della vita e del benessere psico-fisico, può infatti essere uno strumento per favorire la condivisione, la socializzazione, l’educazione, la formazione della persona.”
AiCS è riconosciuta dal CONI quale Ente di Promozione Sportiva.
Il concorso Raccontare lo sport, aperto a tre categorie (9-14 anni, 14-18 anni e over 18) chiedeva di scrivere un racconto inedito in grado di “stimolare al racconto delle emozioni legate agli eventi sportivi, dare maggiore sviluppo alla produzione letteraria di contenuto sportivo, promuovere e rivalutare un genere narrativo poco divulgato, avvicinare e sensibilizzare i giovani alla scrittura e alla condivisione delle esperienze e delle emozioni legate allo sport.”
Ecco il testo che ha vinto il secondo premio:
Tu tump, tu tump, tu tump
Tu tump, tu tump, tu tump.
All’improvviso percepisci che qualcosa sta cambiando, una strana presenza inizia prepotentemente ad insinuarsi nella tua mente. Ascolti la sua sottile e fredda
vocina, ricca di disprezzo e d’odio, pronunciare: “Sei un fallimento. Non ce la farai. Cosa ti rende migliore?”. La vista si annebbia, la testa comincia a girare…volgi gli
occhi prima a destra, poi a sinistra, cosa vedi? Nulla.
Tu tump, tu tump, tu tump.
Il cuore pompa il sangue più velocemente e la frequenza del tuo battito incrementa il ritmo. Il momento di brillare e dimostrare il proprio valore si avvicina sempre di più.
Come ti senti ora? Finalmente hai raggiunto la vetta tanto desiderata di quella ripida montagna che da tempo stai cercando di scalare, e allora cosa c’è che non
va? Hai cambiato idea? Questo non è più il tuo progetto o forse è il peso delle aspettative altrui che ti soffoca? Credi che quella vocina avesse ragione? Che stesse dicendo la verità e tu non fossi all’altezza?
Tu tump, tu tump, tu tump.
Pensieri negativi e dubbi accelerano il loro moto e iniziano a viaggiare da una parte all’altra della mente senza possibilità di essere fermati. Nascondono e oscurano la determinazione e gli obiettivi preposti prima dell’inizio della gara così che questa possa avere un unico esito, quello negativo.
Vuoi davvero cancellare ogni sforzo, ogni piccola goccia di sudore scivolata lungo il tuo corpo quando ancora credevi in un sogno? Cosa provi all’idea di star
gettando nell’immondizia anni della tua vita, dediti e devoti a quel magico sport che è l’atletica.
Tu tump, tu tump, tu tump.
Quando in pista la batteria precedente parte, non si ha molto altro tempo per poter continuare a combattere con i propri demoni. Sarai tu il prossimo a sistemare i
piedi sul blocco di partenza, a sollevare il corpo al sentir il “Pronti”, a correre verso il traguardo come se dal suo raggiungimento dipendesse la tua sopravvivenza.
Ti senti come una gazzella in preda al panico al sorgere del sole, consapevole che dovrà essere più veloce del leone se la mattina successiva vorrà vedere ancora il
nascere dell’alba. Tu sei la gazzella, i tuoi avversari il leone; se dopo la gara vorrai ancora continuare ad allenarti con la stessa determinazione e grinta avrai solo un
compito da portare a termine: correre.
Tu tump, tu tump, tu tump.
“Ai vostri posti”. Inspiri ed espiri profondamente. Ogni sacrificio fatto, ogni allenamento sfinente, ha voluto che tu ora, in questo momento, ti trovassi lì. Conosci te stesso, sai di cosa sei capace e sei pronto a dimostrarlo così da far tacere ogni dubbio, ogni perplessità. Ti avvii verso il blocco, osservi la linea bianca al di sotto dei tuoi piedi e le fai una
promessa: “io ce la farò!”.
Tu tump, tu tump, tu tump.
“Pronti”. Il tuo corpo inizia a tremare, i brividi di freddo lo investono e i pensieri corrono alla velocità della luce ma poi…Pum. Ecco lo sparo, ecco il suono tanto
amato o odiato da ogni atleta. Inizi a correre, corri, corri, corri…Il viso si contrae per la fatica, le gambe iniziano a cedere. Non puoi mollare adesso, ciò che ti separa dal tuo obiettivo sono 100 metri, dei lunghi ed infiniti 100 metri…
Tu tump, tu tump, tu tump.
Arrivi al traguardo, getti il corpo in avanti con tutta la forza residua nel tentativo di battere il tempo, di andare oltre i tuoi limiti e battere il tuo personal best.
Rallenti, la gara è finita…
Cammini e respiri lentamente tornando alla partenza, cambi le scarpe, recuperi il materiale ed esci. La tua gara è finita, ma allora perché il cuore batte ancora così velocemente?
Perché continui ad essere divorato dall’ansia? Perché quella vocina ancora non tace? Raggiungere il traguardo ha poco valore se il risultato ottenuto non conta nulla.
La vocina ancora parla, ma adesso ripete solo una parola: minimo, minimo, minimo. Che soddisfazione avrai nel tornare a casa senza averlo raggiunto o averlo
sfiorato a tal punto da crederci sul serio?
Praticare uno sport significa anche sacrificio, ma soprattutto sogni da realizzare, obiettivi da raggiungere. Ognuno se ne prefissa alcuni e guadagnarsi un risultato tale da poter partecipare a gare nazionali ed internazionali accomuna ogni atleta. Una medaglia luccicante, qualche complimento… sono davvero abbastanza per
saziare quella fame di successo che da anni ti divora?
Tu tump, tu tump, tu tump.
Continuerai a sentire questo suono fino a che non li avrai raggiunti tutti, fino a che non sarai veramente soddisfatto di te, sia come persona sia come atleta.
Tu tump, tu tump, tu tump.